Prima di tutto bisogna capire cos’è il legamento crociato anteriore, dove si trova e quali sono le sue funzioni principali.
Origina nella superficie inferiore dell’estremità distale del femore e si inserisce sulla superficie superiore dell’estremità prossimale della tibia; mentre per quanto riguarda le funzioni, a livello biomeccanico, l’LCA interviene in:
- Evitare l’iperestensione del ginocchio
- Limitare la rotazione e lo spostamento anteriore della tibia rispetto al femore.
Nella maggioranza dei casi la rottura del legamento crociato anteriore avviene durante i cosiddetti “no – contact events”, ossia eventi in cui il piede si trova a contatto con il suolo e:
- L’articolazione perde la sua stabilità in uno dei piani di movimento provocando un eccesivo carico sul legamento, provocandone la rottura.
- I muscoli non sono in grado di attivarsi in maniera rapida per reagire al carico esterno, causando così l’infortunio.
Durante una lesione di questo tipo non viene interessata solo la componente muscolo – scheletrica del nostro corpo, ma anche la nostra componente neuro – funzionale.
Questo perché, secondo in dati raccolti, in questa tipologia di soggetti si presente una riduzione di circa il 15% per quanto riguarda l’attività corticospinale del cervello; ossia la parte cerebrale dedita alla trasmissione dell’input nervoso ai muscoli.
Questo meccanismo si pensa che sia un meccanismo di difesa che viene utilizzato dal nostro Sistema Nervoso Centrale (SNC) per evitare che avvengano nuovamente gli stessi movimenti che hanno portato alla lesione.
Altra condizione che rafforza questa ipotesi è data dalla riduzione dei livelli di attivazione neuro – muscolare di:
- Quadricipite
- Ischiocrurali (Semimembranoso, Semitendinoso e Bicipite Femorale)
Il processo riabilitativo gioca un ruolo fondamentale nel recupero di questa abilità, ponendosi come obiettivo:
- Permettere un’attivazione neuromuscolare quanto più rapida possibile
- Lavorando su quello che viene definito “Rate Force Development” (RFD), ossia la capacità del muscolo di esprimere la massima potenza nel minor tempo possibile e la capacità di mantenere un’attivazione muscolare quanto più lineare nel tempo
- Riuscire ad ottenere una simmetria tra quadricipite e ischiocrurali; per quanto riguarda l’attivazione neuromuscolare, più del 70% tra i due requisito fondamentale per il ritorno alla corsa.
Tutto ci è possibile mediante specifici esercizi che devono essere eseguite al massimo della velocità possibile in modo tale da:
- Ridurre l’atrofia presente nella parte corticospinale del cervello
- Permettere di far viaggiare l’input neuromuscolare con maggior velocità
- Permettere un’attivazione neuromuscolare più rapida.
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